none1noLa traduzione di A Tale of a Tub (1704) di Jonathan Swift nel 1966 coincide non solo con l'esordio di Gianni Celati come traduttore, ma anche con la rivalorizzazione negli anni '60 della satira-filosofica tipica del Settecento inglese (in particolare degli scrittori riuniti sotto lo pseudonimo collettivo di Martinus Scriblerus), al fine di ribaltare i generi letterari codificati. Nella sua introduzione alla Favola, Celati sottolinea infatti l'aspetto più eversivo del libro, che si configura come il «progetto di parlare assolutamente a vuoto, di mostrare fino in fondo la propria inconcludenza, con nugoli di discorsi che girano intorno a un buco, dove non si scorge il famoso Nulla, bensì il Caos». Tale interesse per lo pseudo-trattato ...